Newsletter novembre 2025 – Isabella Tovaglieri

Ecco a te, la mia newsletter che contiene un riassunto delle attività del mese di novembre 2025.

Un abbraccio e buona lettura!

A Milano AutoClassica tra emozioni, premi e difesa del motorismo storico

Anche quest’anno Milano AutoClassica ha regalato grandi emozioni a tutti coloro che, come me, non sono voluti mancare a un appuntamento imperdibile con la bellezza, il design, la cultura e la storia delle quattro ruote. Negli spazi della FieraMilano abbiamo potuto ammirare i gioielli del nostro motorismo storico insieme a vetture sportive e auto contemporanee supertecnologiche, un patrimonio unico che ha attirato l’attenzione di tantissimi giovani, veri protagonisti di questa edizione. La loro presenza conferma l’interesse delle nuove generazioni per i motori intesi anche come simbolo di quella libertà di muoversi che l’Europa, con le sue assurde norme green, vuole comprimere. E proprio per il mio impegno costante a Bruxelles nella tutela dei nostri motori, ho avuto l’onore di ricevere un riconoscimento da parte della Scuderia del Portello, da sempre in prima linea per valorizzare una ricchezza che non è solo motoristica, ma anche identitaria ed economica. Continuerò a difendere questo settore e la comunità che lo anima, perché senza memoria non c’è futuro.

Spettro patrimoniale evocato dalla sinistra e vergognosi scioperi ideologizzati, il mio intervento a 4 di sera

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Approvata la Legge Climatica, UE a rischio desertificazione industriale e povertà 

Con l’approvazione della Legge Climatica, l’UE ha compiuto un atto irresponsabile, destinato a portare l’Europa verso la catastrofe industriale, la povertà e la dipendenza strategica, mentre i nostri competitor, Cina in testa, continuano a crescere con le centrali a carbone, incuranti dei cambiamenti climatici. Questa nuova legge, figlia dell’ambientalismo ideologico che contraddistingue Bruxelles, impone infatti all’Unione di ridurre le emissioni di CO2 del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. Un obiettivo punitivo e irrealizzabile, considerato che siamo già oggi molto lontani dai target fissati per il 2030. Dopo aver chiesto, in qualità di relatrice ombra in commissione Industria, la cancellazione di questa legge e promosso un emendamento per la sua reiezione, la mia battaglia continuerà nel corso dei prossimi negoziati interistituzionali. Occorre infatti abbandonare al più presto l’estremismo green inaugurato con la Svolta Verde, che ha già prodotto danni enormi e in parte irrecuperabili, per abbracciare una transizione realistica e graduale, basata su innovazione e competitività, che possa coniugare la tutela del pianeta con lo sviluppo e il benessere.

Davvero vogliamo dire NO ai bambini cresciuti nella natura, ma SI ai minori nei campi ROM? Il mio intervento a Dritto e Rovescio

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Mobilità e follie green, confronto a Bruxelles con esperti e influencer del settore

Dallo stop ai motori endotermici alla proposta di revisione annuale dei veicoli con più di 10 anni, sono molte le follie green sulla mobilità che preoccupano e disorientano i cittadini. Per discutere di questi argomenti con chi ha il polso della situazione, ho promosso al Parlamento europeo un dibattito con giornalisti e influencer esperti di questo settore, che ogni giorno raccolgono il sentire degli utenti attraverso i propri canali e le proprie iniziative sul territorio. A questo confronto proficuo hanno dato il loro contributo, tra gli altri, il presidente dell’Automotive Regions Alliance Guido Guidesi e i giornalisti e youtuber Roberto Parodi, Federico Lamperti, Enrico Di Mauro e Carlo Vulnera. È emersa chiaramente la necessità di difendere il diritto alla mobilità e alla libertà di scelta degli automobilisti, che non può essere compresso da normative vessatorie e dall’imposizione di nuovi costi e nuovi oneri. Il dibattito ha reso ancora più evidente l’importanza di cancellare il divieto di vendita dei motori endotermici dopo il 2035 e di percorrere la strada della neutralità tecnologica per salvaguardare i motori tradizionali e la nostra industria automotive.

Green Deal, UE ostaggio della Cina, economia e libertà a rischio

Le catastrofiche conseguenze delle miopi politiche green della Commissione UE sono sotto gli occhi di tutti: abbiamo 350 mila posti di lavoro a rischio nel solo settore automotive a causa della concorrenza cinese e delle restrizioni all’export delle terre rare, e facciamo i conti con 300 miliardi di deficit commerciale con la Cina, che ci inonda di prodotti a basso costo e ad altissimo impatto ambientale. Siamo ormai così dipendenti dalla Cina che rischiamo di perdere, insieme all’autonomia strategica, anche la nostra libertà. Con questo monito sono intervenuta nella sessione plenaria di Strasburgo nel dibattito sui rapporti tra l’Unione il gigante asiatico. Davanti all’Eurocamera ho ricordato che se oggi l’Europa vuole costruire le auto elettriche, è subordinata a Pechino, se vuole realizzare sistemi di difesa moderni, deve essere autorizzata da Pechino. Se vuole progresso, innovazione e futuro, dipende sempre da Pechino. È tempo quindi che l’UE faccia marcia indietro sulla sua folle agenda ecologista prima di condannarsi a un futuro di povertà, declino e irrilevanza geopolitica.

Meloni al Quirinale, richiesta di decentralizzazione delle decisioni europee e vicinanza reale ai produttori europei, i miei interventi a SkyTG24

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Forum di Stresa, più pragmatismo in Europa per vincere le sfide globali  

Il nuovo corso della politica americana inaugurato dal presidente Trump ha definitivamente incrinato l’illusione di un’Europa forte e protetta dagli Stati Uniti, obbligando il nostro continente a confrontarsi con una realtà globale più incerta e competitiva e a riflettere sulla necessità di riconquistare autonomia strategica, economica e industriale. Si è parlato di questo nel corso del forum annuale della Fondazione Iniziativa Europa, che quest’anno a Stresa ha riunito autorevoli esponenti delle istituzioni, dell’economia e della società civile sul tema delle trasformazioni geopolitiche in atto. Intervenendo ai lavori, ho sottolineato come solo un’Europa meno ideologica, più pragmatica e attenta agli interessi dei cittadini può affrontare le grandi sfide globali senza soccombere. Occorre avere più lungimiranza per non sacrificare sviluppo e progresso sull’altare dell’estremismo ambientalista, mentre fuori dall’Unione le altre economie crescono libere dai vincoli, dai dazi e dagli obblighi che Bruxelles si è autoimposta con le proprie politiche autolesioniste.